UN TEST DEFINISCE CHI SEI?

Ho recentemente completato un test comportamentale, un’autovalutazione delle mie competenze di leadership.

 Il risultato… mi ha sorpreso.

Ho ricevuto valutazioni piacevolmente molto alte in alcune aree, mentre in altre, dove mi sentivo fiducioso, ho ottenuto punteggi più bassi del previsto.

Questo mi ha portato a riflettere su diverse questioni.

·        Il risultato ottenuto influenza chi sono, e la considerazione che devo avere di me stesso?

E chi definisce veramente chi siamo?

Mi sono addormentato ieri notte con questa domanda leggera, leggera che mi ronzava per la testa… e stamattina, prima che si svegliassero i miei cuccioli, queste sono le mie riflessioni:

In primis dovremmo essere noi stessi a definire chi siamo e chi vogliamo essere. Trovando l’equilibrio tra le due forze che ci attraggono

·        Quando ci sottovalutiamo, riprogrammando il nostro approccio per trovare maggiore motivazione.

·        E quando ci sovrastimiamo, rischiando di cadere nella trappola dell’arroganza.

Poi sono le nostre azioni a definirci, ma se la nostra prospettiva è distorta, potremmo non vedere chiaramente ciò che siamo. È fondamentale guardare oltre, confrontandoci con gli altri. Tuttavia, questo confronto può portare a frustrazione e demotivazione. È quindi essenziale valutare i nostri progressi nel tempo, ma ricordando che la nostra autostima gioca un ruolo cruciale in questo processo.

Rivolgersi a persone vicine può essere utile, ma dobbiamo fare attenzione a non lasciarci influenzare negativamente da chi potrebbe non comprendere appieno il nostro potenziale o avere una visione limitata di noi. In alternativa, potrebbero proiettare su di noi le loro aspettative o desideri non realizzati, gonfiando il nostro ego in modo poco salutare.

In conclusione, quando ci troviamo in un groviglio di dubbi e incertezze, un test può essere un’opportunità per esplorare più a fondo la nostra identità e le nostre potenzialità.

Navigare il percorso verso la nostra vera identità non è né semplice.

Ma neanche troppo complesso, così come ho descritto qui sopra.

Di certo non è un’azione puntuale, ma un percorso da ripercorrere continuamente.

Quello che ho appreso nel tempo, e quindi il mio consiglio, si basa su una combinazione di concetti esposti in precedenza, incorniciati all’interno di un modello che segue questi passaggi:

1. Iniziamo identificando chi vorremmo essere, le caratteristiche che desideriamo incarnare, i valori che vogliamo ispirare e come vorremmo essere ricordati.

2. Troviamo uno o più modelli di riferimento, dei mentori ai quali ispirarci, persone che già rappresentano ciò che desideriamo diventare.

3. Valutiamo la nostra attuale situazione, come ci percepiamo al momento e quali passi dobbiamo compiere per raggiungere la nostra visione ideale.

4. Creiamo un piano d’azione per colmare il divario tra la nostra attuale realtà e i nostri obiettivi desiderati.

5. Monitoriamo i progressi, magari tenendo un diario e definendo e revisionando costantemente i nostri obiettivi.

6. Manteniamo un costante allineamento tra la nostra visione e la nostra evoluzione personale, poiché sia noi che il mondo intorno a noi cambiamo costantemente.

7. Gestiamo in modo costruttivo il feedback ricevuto dagli altri: se è in linea con la nostra visione, accogliamo positivamente; se è diverso, valutiamo apertamente come possiamo migliorare e impariamo anche a filtrare i feedback non costruttivi.

Il grande salto è quando riusciamo anche a riconoscere ed ignorare i commenti o giudizi che ci avvelenano.

Lo stesso vale per i risultati dei test 😉

8. Infine, cercando supporto lungo questo percorso, che possa essere un terapeuta, un coach, libri, corsi o il confronto con persone esperte e competenti.

Sebbene i nostri familiari, amici e persone care abbiano a cuore il nostro bene, potrebbero non sempre avere le conoscenze, le capacità o gli strumenti necessari per sostenerci appieno in questo viaggio verso la nostra autenticità.

Tutto questo non è cosa semplice né immediata. Richiede un continuo riallineamento.

Personalmente una delle esperienze più avvincenti e toste che sto percorrendo negli ultimi 4 anni, con un solo rammarico…

… non aver iniziato prima.

Ma come continua a ripete un mio mentore, i momenti migliori per piantare un albero di mele:  5 anni fa e oggi.  

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Marco Triggiani

Guido i professionisti verso il successo con consapevolezza, curiosità e costanza.

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